(876) Il valore di un disguido (questione di proporzioni)

Ogni tanto un disguido può accadere. Capita a tutti prima o poi che qualcosa non funzioni come si deve e quando succede si cerca di porvi rimedio nella maniera migliore.

Anche quando il disguido si verifica in Hotel si agisce allo stesso modo: cercando di rimediare al meglio ed il più velocemente possibile.

A volte il rimedio trovato non é proprio il migliore ed a volte la rapidità non é stata abbastanza. Sta di fatto che l'albergatore si può trovare in condizione di dover ripagare il cliente per un disguido o disservizio.

Valutare il valore di un disguido é sempre qualcosa di molto soggettivo e soggetto a mille variabili ed interpretazioni. In certi casi é semplicemente impossibile "prezzare" il disservizio. Quanto può valere, in termini di denaro una tv malsintonizzata; un lavandino rotto, una macchia sul muro o l'odore di fumo del cliente precedente che ha fumato in camera nonostante il divieto? Che prezzo ha tutto ciò? Bisogna anche ricordare che tali disguidi capitano sempre all'improvviso e possono assumere forme assurde come "la cordicella per tirare la tenda é troppo dura per le mie mani e non riesco a tirarla".

Essendo qui nel territorio della soggettività pura, l'albergatore tende a tirare le somme soppesando il valore materiale del danno ed il livello di malcontento del cliente.

La volta in cui l'ascensore si blocca per mezza giornata nell'albergo a due piani, ci possono anche essere ben trenta clienti al secondo piano che prendono la cosa con sportività, ma quell'unico cliente alloggiato al primo piano potrebbe lamentarsi tanto da chiedere addirittura di pernottare gratis!

In certi casi il cliente subisce una mancanza che, per motivi personali, acquisisce effettivamente gravità maggiore rispetto al resto della clientela (p.es. chi aveva scelto quell'albergo per quella stessa caratteristica che poi viene a mancare) mentre in altri casi vi sono clienti che ci "marciano su" solo per ottenere sconti, trasformando "la porta del bagno che ogni tanto cigola" in "un tremendo rumore costante che mi entrava nelle ossa e mi ha impedito di passare le vacanze in relax".  In altri casi ancora é il cliente stesso ad avere "esigenze incompatibili con l'ambiente circostante" che non aveva comunicato all'albergo stesso o aveva dato per scontate: l'ospite che "esige silenzio assoluto 24 ore su 24" in centro a Rimini o quello che non sopporta la luce del sole (ma non l'ha detto all'Hotel) e si ritrova con una camera esposta a sud.
Vi sono infine coloro che attribuiscono all'albergo responsabilità non sue, come coloro che chiedono sconti perché piove o se il comune ha annullato una manifestazione.

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